venerdì 13 aprile 2007

ricordo di un'insegnante di religione

Ricevo da Claudia, intorno alle due di questo caldo pomeriggio di metà aprile, un gelido sms: "è morta Tiziana Cirillo mentre allattava la sua bimba". Ne resto agghiacciato, ancor più quando vengo a sapere che aveva trentasei anni.
Era stata l'insegnante di religione della nostra classe gli ultimi due anni di liceo: una persona molto dolce, mite, minutina, con una cascata di capelli ricci, sempre sorridente, con un certo accento aprtenopeo.
la prima volta che entrò nella nostra classe (eravamo in otto a fare religione) era passata meno di una settimana dal fattaccio delle Torri Gemelle, che era ovviamente l'argomento di discussione all'ordine del giorno anche nelle scuole. Eravamo in un'aula di figura del seminterrato, tutti sui trespoli e senza banchi. Ricordo che per fare un po' di dibattito ci portò due editoriali di quotidiano, per avere degli argomenti di discussione: uno da "Repubblica" l'altro da "L'Unità"; in un primo momento la cosa mi sconcertò parecchio (ancor più quando lessi io l'articolo da "L'Unità" ad alta voce per la classe!).
Come insegnante di religione forse non era del tutto ortodossa, dal mio punto di vista: alcuni elementi del suo insegnamento non li condividevo molto, perchè mi dava l'impressione che nel dibattito non entrasse mai in un certo senso il "punto di vista di Dio", mentre si leggevano degli stralci (deliranti) da scritti di Galimberti, di Gibran, di Hesse. Gibran non mi ha mai ispirato, Herman Hesse da quell'anno mi divenne indigesto. Alla fine della quarta, in conclusione, decisi di chiedere anche io l'esonero dall'ora di religione, ma senza rancore.
Credo ci sia rimasta un po' male, ma non l'ha dato a vedere, senza perdere nei confronti di nessuno un sorriso fresco: mai inacidita, mai una cattiveria. A pensarci ora, in fondo aveva circa solo tredici anni più di noi, quindi poteva essere la sorella maggiore che faceva la terza media l'anno che siamo nati.
Me ne rimane un pensiero che aveva esternato una volta, non so per quale motivo, e che mi è rimasto molto impresso. Quando aveva la nostra età, ci raccontava, anche lei si era allontanata dalla fede, per una forma di ribellione e di rifiuto verso la gerarchia ecclesiastica, con una forte ricaduta sull'adesione al credo. Presa da curiosità, però, un giorno decise di cominciare a frequentare la messa: andava alle celebrazioni ma non partecipava, come una uditrice esterna che va in chiesa ad assistere a uno spettacolo, come una turista della liturgia. Poco alla volta, però, quella curiosa abitudine aveva prpearato il terreno per la conversione del cuore e al ritorno a Dio, di cui la scelta di insegnare religione faceva da corollario.
ripensandoci a distanza, già questo è un insegnamento non indifferente, esemplare per quanto, sotto altri profili, con il portato di un approccio eterodosso. Tuttavia, me ne rimane questa immagine molto nitida.
So che si è sposata, in seguito, e che aveva una bambina piccola, quando il Padre l'ha chiamata alla sua Casa.

2 commenti:

Saw ha detto...

A volte la vita è davvero strana...

Anonimo ha detto...

Già...e per certi versi credo non ci sia dato comprendere... Bisogna sperare e confidare, sperare e confidare...comunque
Nico