sabato 26 gennaio 2008

I Cerri alla Permanente....







oggi pubblico qualche immagine di una mostra molto bella che si è inaugurata mercoledì e cui sono molto felice di aver potuto partecipare. Una mostra importante per più punti di vista. Il primo perchè ad esporre sono due cari amici artisti: Giovanni Cerri e suo padre Giancarlo. Il secondo, per il prestigio del luogo: il Museo della Permanente, una delle grandi istituzioni artistiche di Milano, fondata su una tensione morale ed una utopia di grande importanza, quella di una associazione di artisti che si autogestiscono per il bene dell'arte stessa. In catalogo compare il testo di un altro amico carissimo, Antonio d'Amico, più due interviste fatte da me ai due protagonisti di questa esposizione. Una esperienza importante, decisamente importante.
Ma questa personale doppia ha anche un valor simbolico, da un certo punto di vista, perchè è un passaggio di consegne. Giancarlo non dipinge più da qualche anno, e presenta sette quadri che documentano la sua ultima produzione, quasi un testamento spirituale di cinquant'anni della sua vita dedicati in gran parte alla pittura. Giovanni, invece, presenta i lavori più recenti di una produzione che gli auguro sia ancora lunga e fortunata, come lo è stata fino ad ora. In questa chiave, il titolo della mostra acquista il suo senso: "I Cerri, Giancarlo e Giovanni. La pittura di generazione in generazione"....

domenica 20 gennaio 2008

dopo "La Sapienza"

Dopo l'ostracismo da parte dell'Università La Sapienza nei confronti di Benedetto XVI, ecco la risposta del papa, alla recita dell'Angelus di questa domenica:

"Desidero anzitutto salutare i giovani universitari, i professori e voi tutti che siete venuti oggi così numerosi in Piazza San Pietro per partecipare alla preghiera dell’Angelus e per esprimermi la vostra solidarietà; un pensiero di saluto va anche ai molti altri che si uniscono a noi spiritualmente. Vi ringrazio di cuore, cari amici; ringrazio il Cardinale Vicario che si è fatto promotore di questo momento di incontro. Come sapete, avevo accolto molto volentieri il cortese invito che mi era stato rivolto ad intervenire giovedì scorso all’inaugurazione dell’anno accademico della "Sapienza – Università di Roma". Conosco bene questo Ateneo, lo stimo e sono affezionato agli studenti che lo frequentano: ogni anno in più occasioni molti di essi vengono ad incontrarmi in Vaticano, insieme ai colleghi delle altre Università. Purtroppo, com’è noto, il clima che si era creato ha reso inopportuna la mia presenza alla cerimonia. Ho soprasseduto mio malgrado, ma ho voluto comunque inviare il testo da me preparato per l’occasione. All’ambiente universitario, che per lunghi anni è stato il mio mondo, mi legano l’amore per la ricerca della verità, per il confronto, per il dialogo franco e rispettoso delle reciproche posizioni. Tutto ciò è anche missione della Chiesa, impegnata a seguire fedelmente Gesù, Maestro di vita, di verità e di amore. Come professore, per così dire, emerito che ha incontrato tanti studenti nella sua vita, vi incoraggio tutti, cari universitari, ad essere sempre rispettosi delle opinioni altrui e a ricercare, con spirito libero e responsabile, la verità e il bene. A tutti e a ciascuno rinnovo l’espressione della mia gratitudine, assicurando il mio affetto e la mia preghiera."

lunedì 14 gennaio 2008

IL LIBRAIO NON È UN MERCANTE

Non va dimenticato che dal 1999 in Galleria Vittorio Emanuele II hanno chiuso ben tre librerie: la Garzanti nel 1999 (o era il 2000?) sostituita da un negozio di cravatte, seguito dalla Libreria del Duomo, ora rimpiazzata da un negozio di gadget per tifosi di calcio e, ultimo in ordine di tempo, il Remainder. Restano in vita la libreria Rizzoli, il Megastore della Feltrinelli e la Libreria Bocca, ancorata alla sua sede dallo statuto di libreria storica italiana. Qualcuno potrà obiettare che anche così le librerie non mancano, ma non è questo il punto. Il fatto è che con queste chiusure viene a morire una certa forma di commercio del libro e, con esso, una fascia di lettori rimane scontentata. Il dato che ne emerge è che sopravvive solo la grande distribuzione e la spersonalizzazione del servizio, tanto che si compra un libro come si fa un acquisto al supermercato. Questo vuol dire che la funzione del libraio si è del tutto spersonalizzata. Ci si trova di fronte a un servizio in cui i libri si cercano solo in catalogo nella rete e, spesso, non si sa come interrogare i database (ragione per cui anche quando i libri ci sono non si riescono a trovare). Ricordo un’occasione in cui cercavo per un’amica una commedia di Fedeau intitolata La purga di bebè, e fui rimbalzato al reparto puericoltura! Il testo era comunque fuori catalogo, ma resta il fatto che un sistema così congegnato non funziona.
C’è una sola eccezione che ho riscontrato, ed è alla libreria Rizzoli di Milano, sempre in Galleria. È il solo caso che io conosca in cui si trovi una commessa che conosca i libri che maneggia, che li legge e li consiglia ai clienti. Non posso riportare esperienze dirette, ma più di una volta mi è capitato di vedere questa commessa bassina, i capelli grigi, con gli occhiali, intrattenersi con alcuni clienti abituali e scambiare opinioni sui libri che aveva proposto, consigliare un titolo piuttosto che un altro perché lo ha letto e se ne è fatta un parere. In questo modo, il libro non è più una merce come un’altra, perché si sa cosa c’è dentro!
Credo che sia questa la differenza di fondo, il modello di libraio che sta sparendo: quello che conosce i libri, oltre a conoscere i titoli, che ha un proprio gusto e lo propone ai suoi clienti, che non consiglia solo i best-sellers per incrementare le classifiche di vendita ma sa anche dire se l’ultimo testo del tale autore sia all’altezza dei precedenti o meno. Non che si sia poi obbligati a seguire questi consigli, naturalmente, ma resta il fatto che c’è una fascia di lettori che non resta soddisfatta dall’avvento della grande distribuzione, che lascia certi lettori un po’ in balia di sé stessi nel mare magnum, ormai di proporzioni spaventose, della produzione editoriale odierna. Forse è un segno dei tempi.

domenica 6 gennaio 2008

martedì 1 gennaio 2008

anno nuovo....benvenuto 2008


ordunque anche il nuovo anno è iniziato. A fare un bilancio, il 2007 appena trascorso ha un bilancio decisamente positivo, specie sotto il profilo "professionale" (non affettivo e sentimentale, ma quello non è una novità di quest'anno e, francamente, non me ne importa più di tanto: per il momento va bene così): un anno che si è aperto a varie collaborazioni ed esperienze diverse, alla messa a punto di un gruppo di lavoro affiatato (per il quale ringrazio Giovanni e Antonio, che a più riprese mi hanno voluto a collaborare con loro e che ho avuto a fianco in più momenti: sono persone di cui so di potermi fidare), alla scoperta di un territorio nuovo e inesplorato quale era per me l'Abruzzo, e alla conoscenza di molte persone che mi sono diventate amiche (Cristiana e Gabriella sono state, e sono, un sostegno e un aiuto insostituibile).
Il lavoro Saibene non si è chiuso con l'anno vecchio, come previsto, ma volge a termine: fra alti e bassi, anche ad Agosti devo più che qualche cosa, alla fin fine. In ogni caso, è un lavoro che, non ancora concluso, ha già aperto qualche strada verso altri orizzonti. Saranno gli auspici di Sant'Eustachio (che, in fondo in fondo, credo che ormai mi debba qualcosa, no?)
Un bilancio positivo, insomma, e una previsione ottimistica, per il momento, riguardo al futuro prossimo. Confido che questi buoni auspici abbiano un seguito.
posso inoltre aggiungere che, secondo il calendario cinese, siamo entrati nell'anno del topo, l'anno dei coscritti del 1984 come me, quindi sarà certamente un anno positivo per noi "ratti" che facciamo i 24 (ma anche per Daniela, che è un "topo" un po' più maturo). Le persone da ringraziare sarebbero ancora diverse. Ricordo ancora Gabriele, Lorenzo e Francesca, con cui ho piacevolmente collaborato più volte e che sono sempre stati ben disposti nei miei confronti, e Stefano, sempre attento nei miei confronti (come forse non gli ho ancora mai adeguatamente riconosciuto). Aggiungo infine quelle che sono più presenti nel quotidiano, tutti "topi" come me, come Laura, Tatiana, Bavy e Ilaria (e Davide, o Saw, che altrimenti s'incazza che non l'ho citato!!!), oltre a Luigi, che non è un "topo" ma è un supporto assiduo e fedele. In coda, poi, mia madre e mio padre (da quest'anno, probabilmente, più presente di prima!!!).
Un sereno 2008 a tutti.
Lucan