
Lo zio Kand e il caleidoscopio
Avvertenza preliminare
Si astenga dalla lettura di queste righe chiunque non sia affascinato dalla magia del caleidoscopio.
Si astengano soprattutto tutti quelli che, affascinati dal caleidoscopio, abbiano provato almeno una volta nella vita a smontarne uno, per vedere come funziona.
Una mostra di Kandinsky in sei punti

Evitate la gente frettolosa, chi si accontenta di uno sguardo e poi via di corsa, chi ha “un impegno più avanti, nel pomeriggio”. Evitate la gente petulante, chi si sente in dovere di darvi informazioni non richieste, o chi vi potrebbe assillare con domande inopportune. Evitate i bambini. Se avete un figlio, lasciatelo dai nonni. Se temete le critiche altrui perché “è bene abituare i bambini fin da piccoli ad apprezzare i musei”, portatelo domani a vedere Botticelli: sicuramente verrà giudicato più istruttivo…
In breve: prendetevi qualche ora solo per voi.
2 – Sorridete spesso nel tragitto tra casa e la mostra.
E se non riuscite, obbligatevi: state andando a vedere Kandinsky!
3 – Qual è il vostro grado di preparazione?
Una volta entrati nella biglietteria, impiegati zelanti si preoccuperanno di redimere la vostra anima! Vi offriranno audioguide che partono da sole, libretti economici, piccoli pieghevoli gratuiti, per non parlare delle grandi scritte sulle pareti, non lontane dai quadri, che tenteranno di tediare la vostra anima bambina con una serie di informazioni, tracce biografiche, cronologie, letture critiche.
Ma voi siete più forti. Distogliete lo sguardo da tutto quel ciarpame: se proprio volete diventare esperti dell’arte di Kandinsky, potrete leggere tutto quello che volete a casa vostra, comodi comodi. D’altra parte, cosa sapete del buon Kand? Era russo, dipinse qualche paesaggio, poi in Germania ebbe a che fare con dei cavalieri azzurri, e infine, per qualche ragione, emigrò in Francia. Questo basta!

Potete iniziare subito a guardare i dipinti, oppure, se siete particolarmente curiosi, dare uno sguardo veloce a tutte le sale e poi ripartire dall’inizio o anche dal dipinto che più vi ha colpito. In realtà non c’è una regola precisa. Cercate solo di evitare i piccoli gruppi di spocchiosi che si trovano sempre in questo genere di mostre, e che, per fortuna, si riconoscono sempre al primo sguardo: se notate alcune persone che discutono dell’importanza di un quadro nell’evoluzione dell’arte guardandosi vicendevolmente negli occhi e senza mai girarsi verso il quadro di cui parlano, ecco, li avete riconosciuti. Tenetevi alla larga.
Come guardare un quadro dello zio Kand? Anche qui non c’è nessuna regola. Però, se anche voi amate a tal punto il caleidoscopio da poter passare ore a fissare incantati le sempre nuove immagini che vi si presentano, mi permetto di consigliarvi un metodo che proprio al caleidoscopio si ispira.
Osservate il quadro da una certa distanza, quattro-cinque passi vanno benissimo. Pian piano avvicinatevi, fermandovi ad ogni passo. Inizialmente cercate di non perdere mai la totalità del quadro, provando a riconoscere, ancora da lontano, delle forme familiari. E’ proprio a queste che dovete aggrapparvi: se non riuscite a riconoscere nulla, o meglio, se non riuscite a ritrovare nulla di voi stessi dentro al quadro, difficilmente riuscirete ad emozionarvi. Non chiedetevi se quello che vedete sia realmente quello che lo zio Kand voleva rappresentare: non ha nessuna importanza. Delle linee curve possono essere una corsa, una linea azzurra può essere il mare, una macchia rossa può essere un cuore. Adesso avvicinatevi a ciò che più vi attrae nel quadro, fissatelo; cercate di rapportarlo al vostro vissuto, chiedetevi che cosa vi ricorda, osservate le immagini che la vostra mente tenterà di sovrapporre al quadro.

Inutile dire che l’operazione sopra descritta può durare anche molti minuti: ecco perché non dovete portare con voi gente frettolosa…
5 – Concedetevi un altro giro.
Tranquilli, non vi fanno pagare un doppio biglietto. Prima di uscire dalla mostra, andate a rivedere i quadri che più vi hanno emozionato, osservateli di nuovo, cercate di imprimere nella vostra memoria i particolari per voi carichi di significato. Li potrete utilizzare ovunque.

Una considerazione finale
Sì, è vero, potete obiettare che le immagini viste attraverso i vetri di un caleidoscopio non c’entrano nulla con i quadri di Kandinsky. Potete obiettare che nel primo caso domina la simmetria e, in definitiva, la tecnica, nel secondo caso la fantasia e la libertà umana. Ma se fate questa obiezione, entrate nella categoria delle persone escluse da queste righe, perché state cercando di smontare il caleidoscopio.
*sì, è proprio lo “spizzicare” descritto da Pennac in “Come un romanzo”, applicato ovviamente ad un’immagine che è la copia fotografica di un’opera d’arte e non l’opera d’arte in sé, mentre Pennac parlava di romanzi che, pur essendo copie stampate, rimangono comunque opere d’arte…basta così, sembra quasi un discorso serio.
1 commento:
Sono tornato Nicoooo!!! O meglio, è tornato il mio pc e speriamo che ora vada bene!! :) ciauuu!!
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