sabato 20 settembre 2008

cartoline kitsch dalla Baviera: Kandinsky

questa volta il post della "cartolina kitsch" non è mio, ma cedo il posto a Baviera, mio compagno di viaggio quest'estate a Monaco (...e in Baviera!), che fa una cartolina su una possibile "fruizione kitsch" di Kandinsky. Anche se rientro nella categoria che qui è chiamata della "gente petulante", mi sono divertito, quindi la pubblico così com'è...aggiungendo qualche immagine di contorno (tutte di quadri monacensi!.



Lo zio Kand e il caleidoscopio

Avvertenza preliminare


Si astenga dalla lettura di queste righe chiunque non sia affascinato dalla magia del caleidoscopio.
Si astengano soprattutto tutti quelli che, affascinati dal caleidoscopio, abbiano provato almeno una volta nella vita a smontarne uno, per vedere come funziona.

Una mostra di Kandinsky in sei punti

1 – Scegliete bene con chi andare alla mostra.
Evitate la gente frettolosa, chi si accontenta di uno sguardo e poi via di corsa, chi ha “un impegno più avanti, nel pomeriggio”. Evitate la gente petulante, chi si sente in dovere di darvi informazioni non richieste, o chi vi potrebbe assillare con domande inopportune. Evitate i bambini. Se avete un figlio, lasciatelo dai nonni. Se temete le critiche altrui perché “è bene abituare i bambini fin da piccoli ad apprezzare i musei”, portatelo domani a vedere Botticelli: sicuramente verrà giudicato più istruttivo…
In breve: prendetevi qualche ora solo per voi.

2 – Sorridete spesso nel tragitto tra casa e la mostra.

E se non riuscite, obbligatevi: state andando a vedere Kandinsky!

3 – Qual è il vostro grado di preparazione?
Una volta entrati nella biglietteria, impiegati zelanti si preoccuperanno di redimere la vostra anima! Vi offriranno audioguide che partono da sole, libretti economici, piccoli pieghevoli gratuiti, per non parlare delle grandi scritte sulle pareti, non lontane dai quadri, che tenteranno di tediare la vostra anima bambina con una serie di informazioni, tracce biografiche, cronologie, letture critiche.
Ma voi siete più forti. Distogliete lo sguardo da tutto quel ciarpame: se proprio volete diventare esperti dell’arte di Kandinsky, potrete leggere tutto quello che volete a casa vostra, comodi comodi. D’altra parte, cosa sapete del buon Kand? Era russo, dipinse qualche paesaggio, poi in Germania ebbe a che fare con dei cavalieri azzurri, e infine, per qualche ragione, emigrò in Francia. Questo basta!

4 – Quella che la gente seria chiamerebbe fruizione artistica.
Potete iniziare subito a guardare i dipinti, oppure, se siete particolarmente curiosi, dare uno sguardo veloce a tutte le sale e poi ripartire dall’inizio o anche dal dipinto che più vi ha colpito. In realtà non c’è una regola precisa. Cercate solo di evitare i piccoli gruppi di spocchiosi che si trovano sempre in questo genere di mostre, e che, per fortuna, si riconoscono sempre al primo sguardo: se notate alcune persone che discutono dell’importanza di un quadro nell’evoluzione dell’arte guardandosi vicendevolmente negli occhi e senza mai girarsi verso il quadro di cui parlano, ecco, li avete riconosciuti. Tenetevi alla larga.
Come guardare un quadro dello zio Kand? Anche qui non c’è nessuna regola. Però, se anche voi amate a tal punto il caleidoscopio da poter passare ore a fissare incantati le sempre nuove immagini che vi si presentano, mi permetto di consigliarvi un metodo che proprio al caleidoscopio si ispira.
Osservate il quadro da una certa distanza, quattro-cinque passi vanno benissimo. Pian piano avvicinatevi, fermandovi ad ogni passo. Inizialmente cercate di non perdere mai la totalità del quadro, provando a riconoscere, ancora da lontano, delle forme familiari. E’ proprio a queste che dovete aggrapparvi: se non riuscite a riconoscere nulla, o meglio, se non riuscite a ritrovare nulla di voi stessi dentro al quadro, difficilmente riuscirete ad emozionarvi. Non chiedetevi se quello che vedete sia realmente quello che lo zio Kand voleva rappresentare: non ha nessuna importanza. Delle linee curve possono essere una corsa, una linea azzurra può essere il mare, una macchia rossa può essere un cuore. Adesso avvicinatevi a ciò che più vi attrae nel quadro, fissatelo; cercate di rapportarlo al vostro vissuto, chiedetevi che cosa vi ricorda, osservate le immagini che la vostra mente tenterà di sovrapporre al quadro.
Riconosciuto un elemento, non passate subito al quadro successivo. Prima avvicinatevi ancora, incollate il vostro naso alla tela (attenzione all’antifurto!), per osservare le pennellate che lo costituiscono; poi, allontanandovi pian piano, cercate di legare l’elemento con la totalità del quadro. Se necessario, inclinate la testa, prima verso una spalla, poi verso l’altra: sarebbe necessario staccare il quadro dalla parete, ma non fatelo se volete evitare guai. Se trovate qualche relazione tra il vostro elemento e qualche altro elemento, o l’insieme del quadro, avvicinatevi di nuovo; altrimenti, allontanatevi e, prima di passare oltre, guardate di nuovo la tela nella sua totalità.
Inutile dire che l’operazione sopra descritta può durare anche molti minuti: ecco perché non dovete portare con voi gente frettolosa…

5 – Concedetevi un altro giro.
Tranquilli, non vi fanno pagare un doppio biglietto. Prima di uscire dalla mostra, andate a rivedere i quadri che più vi hanno emozionato, osservateli di nuovo, cercate di imprimere nella vostra memoria i particolari per voi carichi di significato. Li potrete utilizzare ovunque.

6 – Fate una piccola sosta al bookshop del museo.Cataloghi, libri d’arte, calamite, segnalibri, piccole stampe costosissime: c’è di tutto e per tutte le tasche. Un libro d’arte con tante immagini vi permette di “spizzicare”*, cioè di concedervi un piccolo svago ogni giorno aprendo il libro a caso e immergendovi per qualche minuto nel primo dipinto che vedete. Ma se invece preferite regalare al vostro frigorifero una calamita con la riproduzione di un dipinto dello zio Kand, non solo non dovete vergognarvi, ma anzi, dovete sentirvi orgogliosi: se nessuno comprasse più calamite, tutti i musei dovrebbero chiudere per deficit eccessivo. Con buona pace dei quattro spocchiosi di cui sopra.

Una considerazione finale


Sì, è vero, potete obiettare che le immagini viste attraverso i vetri di un caleidoscopio non c’entrano nulla con i quadri di Kandinsky. Potete obiettare che nel primo caso domina la simmetria e, in definitiva, la tecnica, nel secondo caso la fantasia e la libertà umana. Ma se fate questa obiezione, entrate nella categoria delle persone escluse da queste righe, perché state cercando di smontare il caleidoscopio.


*sì, è proprio lo “spizzicare” descritto da Pennac in “Come un romanzo”, applicato ovviamente ad un’immagine che è la copia fotografica di un’opera d’arte e non l’opera d’arte in sé, mentre Pennac parlava di romanzi che, pur essendo copie stampate, rimangono comunque opere d’arte…basta così, sembra quasi un discorso serio.

ricognizioni territoriale: Castellazzo





ogni tanto mi dò ancora alle mie ricognizioni in zona, negli anditi dimenticati del nostro parco delle Groane. Adesso, poi, hanno fatto una bella pista ciclabile che, dalla rotonda che porta a Senago porta direttamente alla Villa Arconati di Castellazzo. Poi, da lì, si può andare a sinistra verso il cimitero, oppure a destra, come ho fatto io. In pratica si fa un percorso parallelo alla Varesina, solo che non te ne accorgi quasi, e si costeggia la recinzione in muratura del giardino della villa. Se poi ci si addentra un attimino, si trovano ancora degli angoli di bosco fra i quali si nasconde qualche rovina: ci sono dei piccoli edifici annessi al parco che sono stati quasi inghiottiti dalla vegetazione.

sabato 6 settembre 2008

cartoline kitsch dalla Baviera: i leoni



noi abbiamo avuto la "Cow parade", a Monaco invece ci siamo imbattuti nei leoni e, a Frisinga, negli Orsi.... paese che vai, bestia che trovi!