Alla fine, dopo continue e ripetute incertezze, mi sono deciso a presentarmi all'esame di storia dell'arte bizantina, nonostante un gran minestrone dentro la testa e l'impressione che quel poco di memria libera che mi era rimasta fosse stata accuratamente passata con il frullatore: chiese che saltavano da un secolo all'altro, o che improvvisamente migravano da Costantinopoli in Serbia, poi in Grecia (in armenia no, perchè ero stato avvisato che le chiese armene potevo non farle!). Il grosso incubo era l'architettura bizantina, studiata su un libro di Mango con il testo che andava da una parte e le immagini a scorrimento in mezzo, ma non sempre direttamente legate al testo che si legge nella stessa pagina, insieme a una serie di libri e di saggi su argomenti pure interessanti, ma, alla fin fine, scritti piuttosto male: il docente titolare dell'esame, in particolare, aveva scritto un manuale pure utile (non essendocene altri equivalenti in lingua italiana), ma che non mancava, di tanto in tanto, di lasciare la mano a quella che si può dire l'arte del "cazzeggio" con la penna, cioè lo scrivere cincischiando intorno alle cose senza conludere nulla di utile.
A questo, poi, andavano aggiunti due ameni saggi non tanto sulla Santa Sofia di Costantinopoli i età Giustinianea, ma sui soli plutei.
Merita qui una precisazione, perchè ad una prima lettura di quel materiale, francamente, non mi era rimasto molto chiaro cosa diamine fossero questi plutei. Bene, in sostanza sono dei lastroni di marmo infilati fra una colonna e l'altra nella galleria che si affaccia sull'interno della Santa Sofia: in pratica, per dirla con termini della plebe....i balconi! Il saggio in esame si poneva il problema del perché i primi a riprodurre graficamente gli interni della chiesa non avessero mai rpestato attenzione a questo particolare, come se pensassero che, dalla galleria, uno potesse buttarsi liberamente nel naos senza troppi problemi! Insomma, interessante quanto si vuole, ma farci il centro di un saggio, non so. Forse sono io che non capisco il mondo bizantino.
Ad ogni modo, con qeusto grande minestrone dentro la testa mi presento all'esame che, come di consueto, è assiepato digente che non si sa più dove metterla: in una parola, il solito canaio! A questo si aggiunga che si facevano in contemporanea, con le stesso docente, due appelli diversi, nel senso che faceva sia gli esami di storia dell'arte mediavale sia di bizantina, dato che la moda attuale è che i corsi si mutuano: fai due esami diversi, ma il corso è lo stesso, e non è inerente nè all'uno nè all'altro.
ad ogni modo, trovo tre facce amiche, Marco, Massimo e Riccardo, e siamo tutti e tre come quello che in farmaci chiede quaranta camomille, e all'obiezione "ma a cosa le servono?" risponde "ma saranno cazzi miei?!?".
Comunque, in tempi brevi si arriva al dunque. Non è un esame simpatico, specie quando, dopo un po', ti senti fare un discorso del tipo "è inutile che ci giri tanto intorno, una domanda precisa ti ho fatto e voglio una risposta precisa", specie quando poi la domanda si va a circoscrivere...a una nota. "Ma voi della specialistica dovete essere più attenti, dovete leggere anche le note!". Tuttavia, a quell'uomo lì, che Daniela ha ribattezzato orso Yoghi, la parte dell'arrabbiato non sempre riesce bene: alla fine, guarda il libretto, e sconsolato mi dice, "30 no, le posso dare 29, le va bene?"
Qualcuno direbbe "piuttosto 28!"; io, di contro, faccio mio quanto mi disse un altro docente, a un altro esame: "Non è 30, ma è sempre meglio 29 che 28". In questo caso, aggiungerei anche: "E chi se ne frega se non ho ancora capito che cavolo ha fatto Anna Paleologina"!
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1 commento:
E fai tutte ste scene x un 29?? Buuuuuuu!!!! Io facevo i salti di gioia anche x un 26!!!!!
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