domenica 25 febbraio 2007

Appunti pendolari: parte prima e seconda

Comincio a proporre degli appunti sparsi di questi anni da universitario pendolare. Trovo che l'abitudine di prendere appunti in treno sulle persone che cmi stanno intorno, con le loro abitudini, i loro aspetti di costume e di "colore", i frammenti di dialogo, sia una cosa utile, oltre che molto divertente. Comincio a postarne un paio (in tutto sono cinque). Più avanti ne pubblicherò altri.


I.
Il treno e i mezzi di trasporto in genere offrono uno spaccato di varia umanità degno di nota. Per i lacerti che se ne possono registrare con la scrittura, merita rimettere su carta, episodicamente, questa realtà.
Il treno sembra vomitare a ondate regolari gente che si riversa nel ventre della città. È solo un istante, dopo il quale tutto si ferma di nuovo, fino all’ondata successiva. Ogni quarto d’ora, o forse molto meno, il flusso riprende, come se un comune, meccanico orologio muovesse il tutto all’unisono, mentre una serie di esistenze si intrecciano ma non si incontrano, si sfiorano inconsapevolmente, ma forse anche semplicemente con disinteresse, salvo qualche fortuito intervento del caso.
Una volta un docente universitaria che teneva un esaltante corso di antropologia ci esortò a osservare la gente in metropolitana per osservare la differenza di sesso correlata alla conformazione scheletrica del cranio. Effettivamente si ha un riscontro curioso nel verificare quante varianti del modello si possano presentare, con segni più o meno marcati. Ma quello che più colpisce è un’ampia fascia intermedia costituita da caratteri peculiarmente indeterminati, non in tutto rispondenti allo schema…. È una cosa che fa pensare e che, ancor di più, offre una singolarissima casistica che appaga la pura curiosità enciclopedia.

II.
Davanti a me c’è una tizia veramente buffa. Non bella e non vecchia, non magra, vestita di pelle nera con un delicato girocollo dal motivo a foglie che la strangola e pare stringersi intorno al collo a vista d’occhio, premendo mollemente sulla carne.
Di fianco un altro elemento comico: una signora un po’ attempata, bassina, capelli corti tinti di un rosso fiammante, vestita in jeans, giacchetta e gonna corta, con delle belle calze a rete volte al contenimento di due bei insaccati… ma dove va una conciata così alle otto del mattino?!?!
Di rigore l’ombrello (con questa primavera, non si sa mai!); ma quello che mi colpisce di più è un anello di bigiotteria molto appariscente, dalla montatura argentata, recante tanto di “patacca” bianca al centro.

3 commenti:

Saw ha detto...

Nico ma tu devi fare lo scrittore, cambia mestiere!!! eheheh!

Anonimo ha detto...

dici che devo fare lo scrittore? Davero? Ci penserò....
Nico

... ha detto...

direttamente da Parigi: la classe n'est pas d'eau! Ma soprattutto non si vende all'esselunga...quindi o ce l'hai o non ce l'hai