
"Aspettavamo il sole, invece c'è la pioggia, ma anche la pioggia è un dono dello Spirito santo!"
Questo è stato l'esordio di papa Benedetto XVI, ieri, all'udienza in piazza San Pietro per i venticinque anni del riconoscimento pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione. Grazie al cavolo del dono divino: lui era coperto sotto la tettoia! Noi, per conto nostro, avremmo preferito essere inondati da tanta grazia in un altro momento, magari anche con elargizione rateizzata. Invece ha fatto un freddo cane e ha diluviato per tutto il discorso.
Detto questo, ieri, come si sarà intuito, ho partecipato a un pellegrinaggio a Roma con un gruppo di CL della Cattolica: un mio amico (Alberto, il figlio di una collega di mamma) mi aveva proposto se volevo aggregarmi, e ho accettato. Ho fatto pertanto l'infiltrato puro in mezzo a una comitiva che studia lingue in Cattolica.

Partenza venerdì alle 23.30 da Molino Dorino, viaggio in pulman fino a Roma, sull'Aurelia alle 7.30, alle 9.00 puntuali in piazza per prendere posto. Da lì attesa fino all'udienza con il papa a mezzogiorno.
Posso dire che c'era una marea di gente, riempiendo anche tutta via della Conciliazione (dicono 80.000 partecipanti), sotto uno dei tempi più inclementi che Roma sappia regalare. Alla fine devo riconoscere che l'insistenza di mamma per farmi portare un impermeabile è stata provvidenziale (anche se mi rompe ammetterlo!). Risultato le due ore successive sono passate fra un'acquazzone, una schiarita, uno sprazzo di sole, di nuovo acqua, acqua e ancora acqua!
Alle 11.00 iniziava la preparazione all'udienza: angelus, lodi, un canto, lettura di uno scritto di don Giussani, altro canto, altro estratto di don Giussani, video di repertorio con don Giussani che parla, altro canto ecc... Giustamente, tutto questo aiuta a creare il raccoglimento necessario.

Al secondo video di "don Gius", però, la proiezione improvvisamente si interrompe, e da lì capiamo che è arrivato Benedetto XVI, che passa due volte fra la folla con la papa mobile. Con il fatto che pioveva con grande generosità della grazia divina, la presenza del papa è stata più percepita che apprezzata, in quando si è seguito soprattuto l'itinerario di un ombrello bianco in mezzo alla folla, in mezzo a una giungla di ombrelli colorati. A questo poi si aggiunga che per una sorta di riflesso incondizionato, al passaggio del papa molti, per l'emozione, o per saluto, hanno tirato su tutti insieme tutti gli ombrelli, e s'è visto ben poco. Nonostante questo, rimane una forte emozione, un po' perchè si percepisce dalla grande partecipazione festante, un po' perchè comunque sai che il papa è lì, anche se non lo vedi c'è e ne percepisci il carisma. Tutto questo è emozionante, come lo era stato, a suo tempo, quando partecipai al saluto a Giovanni Paolo II, fra i milioni di persone che si sono messe in fila per salutare la salma del pontefice: è un'esperienza di impatto molto forte, molto emozionante anche ora, a ripensarci. Sono quelle occasioni che danno la percezione della consistenza materiale della Chiesa come assemblea comunitaria, e trovo che questo sia molto importante.

è stata una sortita lampo, comunque. Finita l'udienza all'una e qualche cosa, alle due di nuovo in partenza per Milano, stanchi morti, con poche ore di sonno alle spalle ma tanto freddo dentro le ossa. Com'è stata questa udienza? Emozionante, sì, ma anche molto umida!
Un'esperienza comunque positiva. Il gruppo mi è sembrato simpatico, e non guasta, e il momento in sè...insomma, sono cose che non si spiegano se non si sono vissute!

